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LA BUONA STRADA

Il commissario è seduto alla scrivania e esamina la documentazione presentata da un giovane seduto di fronte a lui.

Dopo aver posato i fogli, si rivolge al giovane:

«Giovanotto vedo che avete un ottimo curriculum e vi siete appena laureato in legge con 110 e lode come mai volete entrare in polizia invece di intraprendere la carriera legale?».

«Commissario è una storia un po' lunga se avete tempo posso raccontarvela» risponde il giovanotto.

«Raccontate pure, certamente mi farà capire se la vostra scelta è veramente ponderata».

Il giovanotto inizia a raccontare mentre il commissario lo fissa con interesse.

Io sono figlio di un poliziotto che è stato ucciso in servizio quando ero ancora piccolo; a quell'epoca non avevo ancora compiuto i due anni ma ho ancora davanti agli occhi l'ultimo giorno in cui vidi mio padre; come tutte le mattine, prima di uscire, mi strinse tra le braccia e mi baciò, poi mi adagiò nel mio lettino, in quel momento un raggio di luce si riflesse sul suo distintivo che mi parve brillare come una stella, quello fu il suo ultimo bacio. Sono cresciuto insieme a mia madre tra mille difficoltà e mi sono pagato gli studi lavorando e ottenendo le borse di studio. Pochi giorni fa vidi mia madre riporre delicatamente una vecchia giacca, le chiesi cosa fosse, mi rispose che era la giacca che portava mio padre il giorno in cui fu ucciso; presi quella giacca e la distesi delicatamente sul letto, vidi le mostrine e i gradi ma non c'era quel distintivo dorato che ricordavo fin da bambino, ma la giacca sembrava essere stata strappata; chiesi a mia madre come mai non ci fosse, mi rispose che quando gliela consegnarono dissero che quando soccorsero mio padre la giacca era strappata, non ne sapevano il motivo. Mi ricordai di aver visto da qualche parte il bando per l'arruolamento in Polizia e decisi che quella sarebbe stata la mia carriera per onorare quel padre che non ho potuto conoscere bene.

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Il racconto completo nel libro SOGNI DI NOTTI D'ESTATE

Massima di Santa Teresa di Calcutta

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